martedì 19 luglio 2022

Di stazioni ed emozioni

Lapendolare non pendola più in autobus da 8 anni, ma non ha smesso di farlo nella sua vita. 

Continuo a muovermi, cambiare, sempre alla ricerca di un posto comodo, nel quale restare. Continuo a perdermi nei pensieri osservando le persone in fila al supermercato, al semaforo, sedute su una panchina al parco, mentre scelgono un libro sfogliandone le pagine e scorrendo le note in quarta di copertina. Immagino le storie, i pensieri, disegna viaggi nella vita degli altri e nella mia, come quando avevo 16 anni e bastava chiudere gli occhi per sognare forte.

Ieri ho preso, dopo tanto tanto tempo un autobus. 

Mi mancava. Le stazioni sono un condensato di emozioni e le emozioni l'invenzione più bella di Dio.

Lei è scesa con un grande sorriso sul viso, un vestito verde leggero e uno zaino con le birkestock infilate di lato, al posto della borraccia. Lo ha abbracciato, sentivo la forza e la gioia, la fiducia e la sostanza di quella braccia intorno al collo di lui. Ha affondato il viso fra i suoi capelli biondi. Si sono stretti a lungo e poi baciati, come ci si bacia a  16, 17 anni. Le ha preso la mano e sono saliti sul taxi con cui lui era arrivato. Mi sono passati davanti che ridevano, belli e felici.

La loro emozione mi è rimasta addosso e ho lasciato che mi accompagnasse, gustando il sapore della mia madelaine.

Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare...

giovedì 2 settembre 2010

L'aquila, ore 6:00 a.m.

Quatrani, quatrane e lorsignori non scateriati...
vi racconto un po' com'è la vostra città mentre voi dormite ancora...
Da Pianola l'alba è uno spettacolo meraviglioso... fosse pure vero che c'è un'ora di luce in meno rispetto al centro, la vista ripaga.
Il cielo è rosa, la montagna azzurrina, qualche laccio chiarissimo che sfuma. L'aria, in questi gioni, comincia a profumare di terra, le strade sono coperte dalla brina. I lampioni ancora accessi si spengono un po' alla volta. Da lontano, pare ancora tutto al suo posto.
Alla Rivera, alle 6 del mattino, lo scrosciare dell'acqua è l'unico rumore udibile...è brioso e intenso, se ne frega dei puntellamenti e delle impalcature... è sfrontato e birichino.
Un po' più in là a terra giacciono le pietre delle mura di cinta abbandonate, ogni mattina mi domando se ne cadano ogni giorno di nuove o se siano sempre le stesse. Di fronte, sullo spartitraffico di fronte all'autoparco comunale ci sono sempre delle cornacchie... l'accostamento con le pietre a terra a due metri non è male.
Poi cominciano i palazzi, moltissimi sono imbracati in impalcature che sanno di guarigione, altri mostrano ancora i loro interni, altri ancora sono lì, nel limbo, qualche crepa e le auto parcheggiate sotto. Una finestra illuminata ad un secondo piano, si capisce che è una cucina... qualcuno sta facendo colazione, e magari controlla, se ci sono state scosse nela notte.

Le strade alle 6 sono molto più vive rispetto a prima del 6 aprile 2009.
Allora giravano solo i camion per la pulizia delle strade e dei cassonetti, qualche autobus che raggiungeva i paesini per portare gli studenti, i mezzi delle forniture dei supermercati. Nessuno a piedi, se non qualche fanatico della corsa. C'era sempre un clochard con il suo cane fra le 99 cannelle e la stazione.

Oggi invece le strade alle 6 sono piene di uomini, pochi italiani, mi pare, molte facce olivastre e chiarissime. Camminano con una borsetta in mano o aspettano in un punto preciso che qualcuno passi a prenderli. Molti furgoni e mezzi pieni di lavoratori passano.
Sono loro che stanno lavorando alla messa in sicurezza della città e a quel minimo di ricostruzione che è partita.
Ogni mattina quando vedo queste persone da sole e già stanche nel passo, mi domando dove abbiano dormito, mi chiedo se anche loro amino l'alba sul Gran Sasso quanto me o se impareranno mai a farlo.

lunedì 16 agosto 2010

Vacanze

Vacanze finite...
Altra settimana di ferie carica di cose da fare e un settembre che mi spaventa al solo pensarlo...
Cmq... Francoforte, Stoccolma, Malaga in 8 giorni... da matti, ma divertente... 2 kg e mezzo grazie a birra, kartoffen e dolci tedescchi, birra e carne svedese, birra e tinto e cartojal e patatas, calamares, tortilla y tapas spagnole... 8 bei giorni di diffuso buonumore e curiosità, 4 voli, 3 lingue, mal di piedi, coccole, risate, impressioni... alcune da condividere.
Francoforte: spaventa pensare che 60 anni fa era nulla, nel vero senso della parola, plvere, macerie e che oggi è quello che è, sia chiaro, non la fine del mondo, nè la città più bella che abbia mai visto, ma una città all'avanguardia, vivibile, con tassi bassissimi di disoccupazione, musei di notevole importanza e innesti artistici in ogni dove. Ricotruzione: lì l'hanno fatta davvero, forse troppo, mi viene da pensare, guardando alcuni edifici storici ricostruiti esattamente com'erano e che oggi, appaiono, però, finti, puerili, quasi grotteschi. Francoforte, come altre città del centro Europa, è stata ricostruita anche grazie agli italiani... che non solo sono stati impòiegati nella ricostruzine, ma che lì hanno trasferito le proprie famiglie e fatto figli, pagato le tasse, ridato vita, insomma, a una città che era morta... medito...
Stoccolma: la giovane. persone della mia età con passeggini, spessissimo multipli... belli, tanti, creativi... ho adorato questa città piena di luce, almeno in questo periodo, e di acqua, e sobria, detersa ma non asettica, piena di sorrisi di bambini... Vi giuro, la quantità di bimbi e pancioni era impressionante e non che io sia colta da improvvisi attacchi di voglia di maternità, ma davvero, quello è un paese vitale, giovane, che sfida il futuro guardondolo negli occhi... una politica molto attenta al welfare fa si che ciascun genitore abbia molti giorni di astensione retribuita dl lavoro per stare con i figli. Le tasse sono alte, è vero, ma la disoccupazione è bassissima, e i redditi molto alti... spero che questa cavolo di Italietta guardi per queste cse alla Svezia e che sia come lei fra una ventina d'anni!
3. Malaga: la Feria e la loro capacità di ridere e fare festa, ma soprattutto l'immagine di una città che sta cambiando e che sta utilizzando fondi europei per crescere nelle infrastrutture competere con altre città importanti della vastissima Spagna. mentre Zapataero, sembra, pianga miseria in ogni apparizzione cavalcando la storia della crisi profonda, questa cittadina, a metà fra rimini e napoli, merita un plauso per la voglia di rinnovarsi e di non cedere alla depressione che sembra aver catturato il resto del Paese.

L'aquila. nI ognuna di queste tappe c'è stata un po' della mia città.
Ma in due momenti è stata protagonista.
Domenica scorsa eravamo a Francoforte, pioveva, ci siamo rifugiati in uno Starbucks. Si è seduto nel divanetto di fronte al nostro un ragazzo italo americano, transitava da Francoforte diretto in Libano. Suo padre è un proofessore italiano e ama il nostro Paee. Ci chiede di dive siamo. PRima dicevo sempre "vengo da vicino roma". Questa volta abbiamo risposto L'Aquila. E lui ha stretto gli occhi e ha detto: "L'Aquila?! Come sta? Abbiamo molto seguito a casa il terremoto? Eravate lì? Come sta casa vostra? Dove vivete?". Rispondiamo brevemente, sorpresi di toccare con mano quanto lontano sia arrivata la nostra storia. Ci dice: "Mi dispiace molto non averla vista, non sapevo che esistesse, ma ho scoperto che era molto bella". Quando ci alziamo ci saluta con un "In bocca al lupo"... forse ha capito com'è la situaizone reale!
Sì, l'Aquila era bella, non la più bella città d'Italia, non una delle sette meraviglia, ma una città preziosa, piena di luce. Ad aprile, all'aeroporto di Barcellona avevo sfogliato la guida lonely Planet dell'Italia. Descriveva l'Aquila come una città GRIGIA e senza particolare rilievi se non Collemaggio e il Gran Sasso. In tutto 7 righe. Mi arrabbiai molto e decisi di non comprare più una lonely Planet, che pure è la mia guida preferita. Ieri, in aeroporto a malaga l'ho rifatto: ho aperto la stessa guida ma in eedizione aggiornata. Ho cercato l'Auila nel sommario non c'era, sempre più incazzata ho sfolgiato le pagine dedicate all'abruzzo. Laddove c'erano le poche righe sull'Aquila GRIGIA ce ne sono altrettante su pescara, centro molto vivace. Su una pagina a metà c'è L'Aquila, o meglio, un box in xui si spiega che il 6 aprile 2009 è successo quello che è successo e che il patrimonio culturale e artistico della città è stato "distrutto" e che al momneto in cui va in stampa la guida il centro storico è inaccessibile. ben più di 7 righe... scommetto che ora verranno molti più turisti di prima!
E cmq... ben vengano i turisti, purchè capiscano dove si trovano!

lunedì 2 agosto 2010

Nella buona e nella cattiva sorte

Dal primo giorno della sua vecchia vita, la pendolare saluta...
Sono felice e spaventata, ma va bene... le sveglie all'alba, i ritardi, il nuovo lavoro di Ale, la ricerca di una casa, la paura delle scosse e il dubbio: "avremo poi fatto bene a scegliere di tornare?".
Sabato sera, con la notte bianca, tutta la città ha fatto di sì con la testa... non la solita scossa, ma 20 mila persone che passeggiavano per le strade del centro fino a notte inoltrata, come una Perdonanza anticipata... e forse un po' era così, forse la nostra città viziosa e viziata ci ha perdonato almeno un po' per i mesi di abbandono. Molti erano commossi e camminavano guardando in aria: i puntellamenti, le finestre con i vetri rotti, le vetrine vuote, avvisi del 5 aprile 2009 alle porte di quelli che erano esercizi commerciali... è rimasto tutto com'era... L'Aquila è lì... A volte mi dico che sono io che voglio vederla bella a tutti i costi, sono come un'innamorata che non si rassegna davanti all'amore finito del suo uomo, come un figlio che vuole credere che il genitore in fin di vita stia migliorando, come un calciatore che cerca ancora il gol dopo il fischio dell'arbitro... sì, è possibile... MA... è anche possibile che L'Aquila abbia comunque una sua vita da vivere, che tutti noi suoi cittadini siamo chiamati ad un compito ambizioso.
Ho imparato tempo fa che l'amore è dedizione e cura anche nelle difficoltà, "nella buona e nella cattiva sorte".
In quel posto sono nata, è stata la cornice della mia vita, delle mie amicizie. A lei devo una parte del mio carattere, della mia intransigenza, della mia ottusità, ma anche della mia voglia di bello, della mia spontaneità, la mia resistenza alla fatica.
Andrò via, forse un giorno, per costruire qualcosa di più grande e più intimo di una città, qualcosa che solo io, e non da sola, potrò fare...
ma ora il mio posto è lì, accanto a una persona che ha accarezzato con me le macerie, che con me il 6 aprile 2009 ha scoperto l'orrore e che il giorno dopo ha "aspettato" con me una scossa seduti al centro della Villa con un casco in testa, che ora mi aiuta a vedere il bello e a confrontarmi con il brutto.
Sono fortunata e so di esserlo

giovedì 22 luglio 2010

Ridateci il nostro teatro

Qualche giorno fa La Stampa ha pubblicato una lettera in cui Jovanotti, a nome dei 56 artisti che hanno contribuito al progetto Domani, chiede conto al ministro Bondi del milione e più di euro che ha raccolto. Nella lettera ci sono chiare imprecisioni - il conservatorio NON è in zona rossa - e domande non poste. Il povero Lorenzo, naturalmente non sa come stanno le cose davvero e dunque è difficile per lui porre le domande giuste, un contatto con chi sa di cosa si sta parlando avrebbe reso le sue giustissime e condivisibili richieste più efficaci.
2 le domande che non vengono fatte a Bondi.
a) Il conservatorio non è in zona rossa, ma anche se lo fosse, perchè non si può procedere al recupero? ciò che è in zona rosa dovrebbe essere recuperato, no?
b) perchè è stato escluso dal ministero il Teatro stabile come obiettivo della donazione deglia rtisti di Domani?
Comunque, oggi il giornale online Il Velino pubblica un'intervista al vice-commissario alla Ricostruzione del patrimonio culturale, Luciano Marchetti il quale spiega che, dopo aver vagliato altre costossisime possibilità, si sta valutando il recupero del Conservatorio nella sua ultima sede, overo nel complesso di Collemaggio, fuori dalla zona rossa.
Il recupero dovrebbe costare intorno ai 5 milioni di euro.
Jovanotti e i suoi ne portano in dote uno e spiccioli, ne mancano 4... quanti secoli aspetteremo per trovarli e quindi per avere il nostro Conservatorio???

L'articolo continua e dice, invece, che peril recupero del Teatro stabile abruzzese, servono 2,4 milioni di euro... ora, sempre secondo l'articolo che riporta le parole di Marchetti, su questo intervento ci sono già 1,7 milioni offerti da Porta a Porta, 100 mila euro di Brignano... mancherebbero "solo" 600 mila euro, circa la metà di quanto versato da Jovanotti &Co.

Evviva, allora, i soldi per il teatro ci sarebbero: il centro storico, la cittadinanza e la cultura locale potrebbero riacquistare un pezzo importantissimo e, udite udite, NON PROVVISORIO.

La domanda quindi, sorge spontanea. Perchè a nessuno è venuto in mente di fare i conti della serva e di unire i fondi in un progetto realizzabile come il Teatro invece di allungare i tempi dividendo le già poche risorse???

Come dire che hai bisogno di un vestito e di un paio di scarpe per una cerimonia e, non avendo i soldi compri solo una scarpa e una manica della giacca... meglio comprare un bel vestito e forse non si noteranno le scarpe vecchie!

Credo sia buonsenso, mica altro...

martedì 20 luglio 2010

Ritorno alla normalità

Lapendolareè tornata!
Da due giorni e in maniera ancora ufficiosa, è tornata a pendolare!
ieri ho vissuto la mia prima giornata di vita normale dopo 15 mesi, una giornata che avrei potuto vivere anche prima del 6 aprile.
Sveglia alle 5e30, doccia, il sole che mi fa l'occhiolino mentre va a raggiungere il Gran Sasso che uscendo di casa (il map dei miei genitori) è ancora la prima cosa che vedo, corsa in auto per arrivare in tempo alla fermata, salto sull'autobus e relativo sonno... non ho perso il mio smalto!
E poi dopo il lavoro un pomeriggio con cose da fare: passare da casa per una rinfrescata e un saluto, poi in centro dove ci sono visi ormai amici anche se "nuovi" nella mia vita, un saluto, vicinanza, sorrisi, rabbia, familiarità, odore di polvere, ormai come dire casa... e poi l'aperitivo al Boss, senza fretta, il mio aperitivo del lunedì... e poi a casa, mangiare di corsa, ale, un salto a Poggio dove vogliono dare la cittainanza a Bertolaso e la gente si divide e io penso solo che è un peccato che dopo 15 mesi stiamo a perdere tempo ed energie dietro a sciocchezze del genere e vorrei vedere tutte queste signore sedute, che si attivano per la sagra del paese, per cucinare ai giovani che intanto vanno a sistemare un fienile che per i fienili per fortuna non ci servono le linee guida... vorrei una comunità che si aiuta, che si gestisce in autonomia, che si coccola. E coccolare significa anche parlare con un signore che ti ferma èper strada e ti dice che se sei una giornalista dell'Aquila sei una delinquesnte perchè i giornalisti scrivono solo quello che vogliono e che in raltà la cittadinanza a Bertolaso è giusta... e dopo un'ora di chiacchiere in piena notte, ti saluta e ti dice che "si, dobbiamo epnsare tutti alle cose serie: legge organica per la ricostruzione e tassa di scopo e dobbiamo fare di tutto per riuscirci". E vai a letto sapendo che hai quattro ore di sonno davanti, ma non fa nulla... il primo giorno ufficioso del ritorno alla normalità è stato lungo e carico!

venerdì 9 aprile 2010

il primo anniversario

ok... Avrei dovuto farlo già da qualche giorno, ma è dura fermarmi per raccontare tutto quello che è successo nell'ultima settimana. Già da venerdì 2 aprile, L'Aquila è stata invasa da redazioni e camione, telecamere e poltrone rosse. All'inizio tutto bello, bellisssimo... poi i giorni passano e tutto il bello del primo giorno comincia a stancare. Danno fastidio i turisti che fotografano le macerie, le crepe dei palazzi, le tue crepe... cercano gli aquilani credendo di trovare gente in condizioni di miseria e si trovano di fronte gente caparbia, ben vestita, vitale, che dal 6 aprile si è messa a scrivere, a fotografare, a comporre, a riprendere immagini, a sciluppare idee, incontri, progetti, scolpire, cantare, fare torroni, fare casette, fare mutui per ripartire... fare...fare... fare ognuno "all'arte sè"!
Fra una cosa e l'altra soo arrivati così il 5 e il 6 aprile, il temuto primo anniversario... Sorvolo sul vergognoso consiglio comunale... quello in cui, centinaia di cittadini sotto un tendone sono stati invitati ad uscire per "motivi di sicurezza". SICUREZZA??? E COS'ERA LA SICUREZZA QUANDO UN ANNO PRIMA, IN QUELLO STESSO GIORNO, ALLA STESSA ORA, ERANO IN SERVIZIO SOLO 15 VIGILI DEL FUOCO??? I TERREMOTI NON SI POSSONO PREVEDERE, NON POTEVATE DARE L'ALLARME ED EVAQUARE LA CITTà, MA SE DI VIGILI CE NE FOSSERO STATI ALMENO 1500 FORSE I MORTI NON SAREBBERO STATI 308, MA 38!!!
Sul resto del consiglio preferisco tacere, ho taciuto anche quella sera lì... ero davvero troppo incazzata dopo questa storia della sicurezza per interessarmi minimamente alle parole di berlusconi che non ha avuto il coraggio di venire a rendee omaggio alle vittime, proprio lui che "all'Aquila ha dato il cuore"...
Sorvolo anche sulla fiaccolata... troppa solitudine per quelle strade piene di gente e candele, piene di dolore... e poi quei rintocchi, 308, uno per ogni morto, i nostri morti... sono durati tantissimo... non finivano più, come la paura e il dolore nella quale ancora viviamo...
E poi, ultimo atto del teatrino, la puntata di Porta a Porta di Vespa... Ho creduto e credo che la città riparta da chi la ama... credo nelle carriole, e se non saranno più carriol e diventeranno altro andrà benissimo, perchè credo nella forza dello stare insieme, dell'unione, della collaborazione... domenica le carriole tornano... spero che portino via un po' dell'amarezza che questa settimana mi ha fatto cadere sul cuore