Lapendolare non pendola più in autobus da 8 anni, ma non ha smesso di farlo nella sua vita.
Continuo a muovermi, cambiare, sempre alla ricerca di un posto comodo, nel quale restare. Continuo a perdermi nei pensieri osservando le persone in fila al supermercato, al semaforo, sedute su una panchina al parco, mentre scelgono un libro sfogliandone le pagine e scorrendo le note in quarta di copertina. Immagino le storie, i pensieri, disegna viaggi nella vita degli altri e nella mia, come quando avevo 16 anni e bastava chiudere gli occhi per sognare forte.
Ieri ho preso, dopo tanto tanto tempo un autobus.
Mi mancava. Le stazioni sono un condensato di emozioni e le emozioni l'invenzione più bella di Dio.
Lei è scesa con un grande sorriso sul viso, un vestito verde leggero e uno zaino con le birkestock infilate di lato, al posto della borraccia. Lo ha abbracciato, sentivo la forza e la gioia, la fiducia e la sostanza di quella braccia intorno al collo di lui. Ha affondato il viso fra i suoi capelli biondi. Si sono stretti a lungo e poi baciati, come ci si bacia a 16, 17 anni. Le ha preso la mano e sono saliti sul taxi con cui lui era arrivato. Mi sono passati davanti che ridevano, belli e felici.
La loro emozione mi è rimasta addosso e ho lasciato che mi accompagnasse, gustando il sapore della mia madelaine.
Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare...
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