lunedì 2 agosto 2010

Nella buona e nella cattiva sorte

Dal primo giorno della sua vecchia vita, la pendolare saluta...
Sono felice e spaventata, ma va bene... le sveglie all'alba, i ritardi, il nuovo lavoro di Ale, la ricerca di una casa, la paura delle scosse e il dubbio: "avremo poi fatto bene a scegliere di tornare?".
Sabato sera, con la notte bianca, tutta la città ha fatto di sì con la testa... non la solita scossa, ma 20 mila persone che passeggiavano per le strade del centro fino a notte inoltrata, come una Perdonanza anticipata... e forse un po' era così, forse la nostra città viziosa e viziata ci ha perdonato almeno un po' per i mesi di abbandono. Molti erano commossi e camminavano guardando in aria: i puntellamenti, le finestre con i vetri rotti, le vetrine vuote, avvisi del 5 aprile 2009 alle porte di quelli che erano esercizi commerciali... è rimasto tutto com'era... L'Aquila è lì... A volte mi dico che sono io che voglio vederla bella a tutti i costi, sono come un'innamorata che non si rassegna davanti all'amore finito del suo uomo, come un figlio che vuole credere che il genitore in fin di vita stia migliorando, come un calciatore che cerca ancora il gol dopo il fischio dell'arbitro... sì, è possibile... MA... è anche possibile che L'Aquila abbia comunque una sua vita da vivere, che tutti noi suoi cittadini siamo chiamati ad un compito ambizioso.
Ho imparato tempo fa che l'amore è dedizione e cura anche nelle difficoltà, "nella buona e nella cattiva sorte".
In quel posto sono nata, è stata la cornice della mia vita, delle mie amicizie. A lei devo una parte del mio carattere, della mia intransigenza, della mia ottusità, ma anche della mia voglia di bello, della mia spontaneità, la mia resistenza alla fatica.
Andrò via, forse un giorno, per costruire qualcosa di più grande e più intimo di una città, qualcosa che solo io, e non da sola, potrò fare...
ma ora il mio posto è lì, accanto a una persona che ha accarezzato con me le macerie, che con me il 6 aprile 2009 ha scoperto l'orrore e che il giorno dopo ha "aspettato" con me una scossa seduti al centro della Villa con un casco in testa, che ora mi aiuta a vedere il bello e a confrontarmi con il brutto.
Sono fortunata e so di esserlo

1 commento:

leonello la rosa ha detto...

ho condiviso su f.b.