Eccomi!
Lapendolare è tornata!
Non pendola più, forse non tornarà mai a farlo. Ma ora basta silenzio.
323 giorni dopo, Viola, o meglio... Elisa torna a scrivere su questo blog!
Prima raccontavo la mia vita da pendolare, adesso vi racconterò la vita di una città che non ha più la sua anima, ma che la sta riprendendo grazie al coraggio dei suoi cittadini... ancora troppo pochi, per la verità!
L'Aquila era un posto bello... a me non aveva offerto un lavoro, ma avevo scelto di non lasciarla: il mio amore, la mia famiglia, le mie amiche, gli appuntamenti certi, i tramonti dietro il Gran Sasso, il mercato il sabato, le fontane, i giovedì sera al boss, i concerti la domenica, le albe e le nottate in giro per i vicoletti... non avrei saputo, nè potuto rinunciarci... ma poi è arrivato il 6 aprile con i suoi morti ammazzati, con gli aquilani rassicurati dentro le proprie case mentre stava per consumarsi il disastro.
Sono una fortunata... quel disastro io non l'ho sentito... era o 100 km di distanza.
Appena rientrata da un viaggio, dovendo essere alla mia postazione in redazione alle 9 di quel maledetto 6 aprile per un'intervista importante, mia madre mi aveva caldamente consigliato di non farla preoccupare e di non mettermi in macchina dopo il volo, in piena notte.
La realtà è che fra le altre cose non sono rientrata all'Aquila perchè avevo paura di dormire a casa mia, una mansarda al quarto piano di un condominio con pochi appartamenti occupati. Una casetta nella quale avevo cominciato a vivere il primo marzo: 35 giorni prima del disastro...
La scossa delle 3:32 mi ha svegliato a Roma... il sisma ha sconvolto la mia vita senza darmi neanche la consolazione di sentirmi una "sopravvissuta". Il ritornello taumaturgico "l'importante è poterlo raccontare, ho pensato che stesse finendo il mondo" per me non vale... non posso dire di essere stata più forte di lui... non io... con me ha vinto lui... mi ha cacciato di casa, dalla mia città, dai miei affetti. Mi ha tolto la vita che avevo scelto di vivere.
Ho scritto e parlato tanto della mia città in questi mesi... sono state settimane di lavoro duro, di impegno, di grandi conflitti con tutti, con me stessa in primis. Di sorrisi pochi e lascrime tante... ancora oggi devo scappare in bagno mentre sono a lavoro davanti al mio pc... mi manca L'Aquila... mi mancano le mie amiche, mi manca essere "a casa".
"A casa" ora è un non luogo ed è dove sta la persona che amo, l'unica incrollabile certezza di questi mesi... è dove sono i miei genitori, mio fratello e la nostra cagnetta... è dove ho un momento per stringere le mie amiche...
"A casa" è dove posso vedere dopo mesi di sfiducia e di tentativi vani, persone piangere davanti alle macerie nei vicoletti della mia città, come è successo domenica scorsa e quella ancora precedente. Quelle lacrime piante insieme mi hanno ridato coraggio... adesso siamo sempre in più a sapere come stanno le cose davvero!
Ci sarà modo di raccontarvi quello che è successo in questi quasi 11 mesi, poco o niente corrisponderà alle immagini che avete visto in tv... ma oggi credo che all'Aquila forse si è alzato un vento nuovo.
martedì 23 febbraio 2010
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4 commenti:
Brava!
Si...si deve alzare per forza!! Brava ElisaViola! Un bacio
Intanto comincia con le trecce...non si sa mai. E anche se l'Aquila non tornerà, almeno se la porteranno appresso le tue parole. Non sarà tanto, non sarà mai abbastanza, non cambia niente. Ma non è poco. Un bacio grande.
Piacere di rileggerti su queste pagine!
La voglia di verità è tanta, siamo tutt'orecchi.
Un augurio affinchè un vento nuovo possa risollevare te ed i tuoi cari.
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