lunedì 1 marzo 2010

28-02-2010: L'Aquila c'è!

10 mesi e 22 giorni, 328 sveglie. Poi ieri, il giorno più bello di questa nuova vita!
Signori, sono felice di aver vissuto domenica 28 febbraio 2010 accanto ai miei concittadini e toccare con mano oltre alle macerie (poco oltre a terra, oramai) l'amore per quel buco di città.

Quasi 11 mesi a domandarmi dove fossero, cosa stessimo facendo tutti quanti... ieri li ho ritrovati... visi noti e persone mai viste... c'erano tutti: il vice preside del mio liceo, il mio pediatra, ormai un vecchietto, che rilasciava interviste, Ale, le mie amiche di sempre, il mio preofessore di filologia italiana, mio fratello con la sua macchinetta, i miei con iris al guinzaglio, Tommaso 4 anni, il signore del ferramenta con il suo sigaro, le persone che ho conosciuto dal 6 aprile e che da quel giorno, nella dispersione degli affetti che tutti abbiamo vissuto, sono state un punto fermo.

C'erano ieri donne straordinarie che da mesi cullano sogni e lottano per questa città: Giusi, Anna, Enza, Maura, Sara, Pina...
C'erano uomini che con ironia e intelligenza lavorano per una città migliore di quella in cui vivevamo un anno fa: Marco, Ettore, Ezio, Bonifacio, Pambianchi, i fratelli Frezza, Federico...
Ieri c'era L'Aquila a elaborare un lutto e a vivere una festa... ieri ho sentito che è possibile che L'Aquila torni ad essere un posto accogliente... ieri ho sentito di essere a casa, ho sentito di essere in una città viva...
ieri all'Aquila non c'è stato posto per divise, simboli e bandiere...
è stata una giornata di tutti, contro nessuno...
ieri all'Aquila c'erano gli aquilani e amici venuti da fuori a passarsi secchi pieni di rifiuti...
ieri a L'Aquila c'è stato il miracolo...
... ieri a L'Aquila, c'era L'Aquila...

In ognuno dei secchi che ho passato ho sentito un pezzetto del mio dolore andare a morire, lasciarmi libera... dolore a secchi passato di mano in mano... e per ogni secchio pieno di macerie che andava, ne tornava uno vuoto, da riempire di speranza e cose belle...