lunedì 21 aprile 2008

Se il futuro non fa paura

Lunedì... Vasco li odiava, io preferisco come l'inizio di un nuovo piccolo periodo dal quale mi aspetto sorprese... voglio augurarvi buona settimana così, con le parole di Efraim Medina Reyes, uno scrittore colombiano di 42 anni residente in Italia. Aspetta l'arrivo di suo figlio. Quelli che seguono sono stralci di una lettera che gli ha scritto e che è stata pubblicata su Internazionale (vesione integrale).

"Il mio affetto per te è forte anche se ancora un po' astratto. Ci avviciniamo in silenzio l'uno all'altro, come in un sogno. Sapere che esisti mi libera dal peso di essere me stesso e mi fa venire in mente progetti nuovi e sconosciuti. So che sono responsabile di quello che sarà di te e che questo è un mondo del cazzo per crescere, ma per quanto ne sappiamo è anche l'unico dove le api ronzano e i passeri ridono.
Sapere che sarai qui rafforzerà il mio legame con la vita, il dolore e i servizi pubblici. Fino a ieri ero preparato ad affrontare i miei timori, ora dovrò imparare tutto di nuovo e, credimi, a parte la mia squadra di calcio e il mio paese non cercherò di importi molte altre cose. Non ho mai creduto che uno debba essere amato semplicemente per il fatto di essere com'è. Credo invece nell'amore che si costruisce e si rafforza in quest'avventura unica che è la vita.
(...) Decidere di avere un figlio significa credere implicitamente che esiste ancora la possibilità di sognare. (...) Ho sempre saputo che, se mai avessi avuto un figlio, la cosa più importante era incontrare una buona madre. E in questo senso non potresti essere più fortunato. Lei e io sappiamo che ci unirai al di là del tempo e dell'amore. Il destino degli esseri umani è fragile e i cuori cambiano, si sa, ma in te ci ritroveremo sempre. Non so che tipo di persona sarai, mi spaventa sentir dire che molto dipenderà da me. Ma è ancora presto per spaventarmi.
(...) Da qualche parte ho scritto che gli uomini sono immortali fino a quando non hanno dei figli. Avevo ragione. Da quando ho saputo che ci sei, ogni secondo conta. Non chiedo molto, solo di essere qui quando arriverai e di non andarmene fino a che non sarai al sicuro".

Non ci sono pannolini, poppate notturne e colichette in vista nella mia vita e credo non ce ne saranno ancora per molto, ma questa lettera mi ha emozionato... mi piace pensare che un giorno proverò sensazioni simili... e spero di avere quel giorno gli occhi e il sorriso della mia amica Marelena che mentre gioca con il piccolo Giuseppe sente muoversi nella sua pancia Matteo... e non sente la fatica... e non ha paura del futuro!!

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