mercoledì 5 marzo 2008

E mi fondo con il cielo e con il fango


Finalmente ci sono arrivata!
Avete presente Fango, il primo singolo del nuovo album di Lorenzo Javanotti? Questa mattina mi si è materializzata davanti agli occhi l’immagine che deve aver ispirato il verso: “E mi fondo con il cielo e con il fango”.

Il cielo vicino vicino, immensamente e desolatamente grigio, tutt’uno con l’aria carica di pioggia e con l’asfalto bagnato, pieno di pozzanghere, in mezzo alla scena una signora si è fusa con il cielo e con il fango: con l’acqua che veniva da questo cielo basso e con il fango che una macchina le ha gentilmente scaricato addosso passando senza alcuna grazia su una pozzanghera. La signora non aveva nel viso alcuna espressone di mistica beatitudine, anzi… Evidentemente non tutti hanno la filosofia del buon Jovanotti al quale va riconosciuto il merito di aver regalato al mondo la canzone dei pendolari…

Fango parla del pericolo di isolarsi rispetto al resto del mondo, di vivere in uno stato di anestesia perenne, di perdere il contatto con gli altri e di entrare in una condizione in cui il solo paradigma di vita possibile è il proprio… il pendolare corre questo rischio più degli altri… il vivere coniugando la propria esistenza in base a orari di treni e autobus, declinando la propria esistenza su abitudini abusate ma rassicuranti, opponendosi costantemente a fatica fisica e mentale per cercare di vivere fra una cosa e l'altra.

Il pendolare compie ogni giorno un viaggio all’interno delle debolezze umane, delle proprie certamente, ma anche in quelle della società. Ne coglie le disattenzioni, le presappochezze e la superficialità. Di sé analizza l’incapacità di far quadrare una vita nel tempo che resta, di fermarsi e camminare piano e di perdere un po' di tempo a sentire “il profumo dei fiori l'odore della città, il suono dei motorini il sapore della pizza, le lacrime di una mamma le idee di uno studente, gli incroci possibili in una piazza” ma soprattutto "il battito di un cuore dentro al petto, la passione che fa crescere un progetto, l'appetito la sete l'evoluzione in atto, l'energia che si scatena in un contatto”.

E soprattutto il pendolare sa benissimo di non essere solo anche quando è solo. Se ne ricorda ogni santa volta che a fine giornata prende il suo autobus emozionato, quasi, perché finalmente potrà dedicare un po’ di tempo alla lettura o al riposo e invece, al sedile accanto c’è un’adolescente che ha deciso di litigare con il suo fidanzato per telefono o due signore impellicciate che non la smettono di dire quanto erano belli quei maglioncini in vetrina alla Rinascente in via del Corso!


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