martedì 8 luglio 2008

Istruzioni per l'uso

Ieri pomeriggio a Fahrenheit, trasmissione pomeridiana di Radio 3 parlavano de La prima notte di nozze, l'ultima fatica letteraria di Raoul Montanari. Ad un cero punto dell'avvincentissima (???) discussione, scrittore e conduttore cominciano a sostenere la tesi che il maschio (N.B. maschio) e la femmina (N.B. femmina) si distinguono perchè l'uno è sempre rivolto verso il proprio passato, l'altra verso il futuro suo e della specie.
Lì per lì ho improvvisato una riflessione, ma non sono approdata a nessuna grande verità. Poi poco fa, per pura autocelebrazione ho riletto qualche post di questo blog e ho capito che anche io sono più rivolta al passato che al futuro... e giuro, sono femmina... sono stata assalita da uno dei soliti magoni: in me come donna c'è qualcosa che non va... un errore genetico o che so io, qualcosa comunque che mi crea qualche problemino con la mia essenza di genere...

Mi sento, a volte, e sicuramente in questo momento, come se fossi stata invitata a sedere a un tavolo da gioco del quale nessuno mi spiega le regole. Provo a capire, mi sfrozo di interpretare, intuire e di fare di conseguenza le mie mosse pronta a perdere.
A metà della partità, però, prima che possa perdere il mio compagno di gioco mi accusa di aver barato.
Ora c'è un uomo/donna di buona volonta che mi spiega come cavolo sia possibile barare senza sapere a che gioco si sta giocando???

2 commenti:

Andrea Cinelli ha detto...

Penso che nessuno conosca le regole di questo gioco, neanche quelli che dicono di averle comprese.
Qualcuno si fa le proprie regole, cerca di imporle agli altri, se tu "giochi" la tua vita in modo diverso ti dice che bari!
Forse è anche per questo che non si vince mai...

Viola ha detto...

... o forse si vicìnce sempre... forse è la solita storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto... forse dipende solo da come le guardi certe cose. In fondo, se le regole non esistono non si sa neanche con precisione cosa sia perdere e cosa sia vincere... forse non c'è neanche una grande differenza... forse, semplicemente, basta giocare...