mercoledì 16 aprile 2008

L'avventura di due sposi

Ho aperto per la prima volta un libro di Calvino quando mia madre, 15 anni fa' mi regalò Il barone rampante. Poche pagine e cominciò il mio rifiuto... poco tempo fa' un titolo che mi tentava da un po' ha avuto la meglio e ho comprato Gli amori difficili... confermo il rifiuto che ebbi a 13 anni... la letteratura di Calvino mi respinge. Comunque... in questo periodo mi sto allenando al rigore e quindi ho continuato la lettura.

Mi sono imbattuta così in L'avventura di due sposi... racconto drammatico o bellissimo, ancora non so dirlo... questo racconto, come un piano sequenza di un film neorealista mi ha portato nella casa di questi due forse innamorati che si incontrano al mattino - quando lei si sveglia ed esce per andare a lavoro - e la sera, quando lei rientra e lui scappa in fabbrica per il turno notturno.
Solo pochi sguardi, lievi abracci, parole sussurrate e un silenzio assordante che abita nella casa in cui queste due persone si alternano in un valzer di solitudini e frustrazioni, desiderio e assenza, abbracci e pensieri.

Ma in fondo... non è il destino di tutti gli sposi, di tutte le coppie? Questa profonda distanza che separa nonostante l'amore e il desiderio non è un destino comune? Alla fine è davvero possibile non essere solo? Ed è assolutamente provato che la solitudine sia tanto negativa?

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